Stai valutando la possibilità di metterti in proprio e aprire la partita IVA come infermiera o infermiere professionale ma ti preoccupano gli adempimenti fiscali e previdenziali?

In questo articolo vogliamo tranquillizzarti, dandoti qualche consiglio utile, e farti sapere che i professionisti di Imprenditoriamo sono al tuo fianco per permetterti di svolgere il tuo importantissimo lavoro con serenità.

 

partita iva infermieri - foto 1(Immagine tratta da www.pexels.com)

 

Adempimenti per esercitare come Infermiere autonomo

Vediamo quali sono i passaggi da seguire.

1) Per prima cosa sarà necessario aprire la partita IVA per la professione infermieristica. Ci sono dei codici appositi – denominati codici ATECO – che identificano le varie attività economiche e professionali. Nel tuo caso il tuo codice ATECO di riferimento è 86.90.29, ovvero “Altre attività paramediche indipendenti nca

La richiesta di attribuzione della partita IVA può essere gestita in autonomia, recandosi presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate oppure affidandosi a intermediari come Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Tributaristi. Naturalmente, se vorrai, potrai affidarti anche a noi di Imprenditoriamo.

Se deciderai di occuparti tu in prima persona di aprire la partita IVA, fai molta attenzione a non dimenticarti di verificare se puoi accedere al regime forfettario e, nel caso, compila correttamente la casella con la quale dichiarerai di volerne usufruire. Si tratta di un regime fiscale che permette delle importanti agevolazioni rispetto al regime ordinario e gode di semplificazioni fiscali e contabili.

 

> Scopri di più sul regime forfettario

 

2) Il passo successivo è quello di iscriverti all’Albo tramite l’Ordine Provinciale di competenza in base alla tua residenza. Per l’iscrizione è necessario:

  1. avere il pieno godimento dei diritti civili;
  2. essere in possesso del prescritto titolo ed essere abilitati all’esercizio professionale in Italia;
  3. avere la residenza o il domicilio o esercitare la professione nella circoscrizione dell’Ordine.

Possono essere iscritti all’Albo le persone straniere in possesso dei requisiti di cui al comma 3, che siano in regola con le norme in materia di ingresso e soggiorno in Italia.

Fonti: www.fnopi.it Art. 5 DLCPS 233/46 modificato dalla L.3/18

 

3) Entro 60 giorni dall’inizio dell’attività dovrai iscriverti alla Cassa previdenziale dedicata alla tua professione, la procedura è molto semplice:

  1. vai sul sito www.enpapi.it, scarica e compila la domanda per l’iscrizione alla GESTIONE PRINCIPALE. Ecco il link diretto per la compilazione della domanda https://www.enpapi.it/wp-content/uploads/2020/11/Domanda-di-iscrizione_GP.pdf
  2. invia la domanda assieme a un documento di identità alla PEC info@pec.enpapi.it da una casella PEC (la PEC può anche non essere intestata a te). In alternativa nel sito troverai l’indirizzo per inviare la documentazione a mezzo raccomandata.

Ti raccomandiamo di fare attenzione alla scadenza dei 60 giorni perché se l’invio venisse effettuato oltre tale termine:

Caso 1: invio dal 61° giorno entro il 90° giorno si incorrerà in una sanzione di 20,00 €.

Caso 2: invio oltre il 91° giorno si incorrerà in una sanzione di 100,00 €.

 

partita inva infermieri - foto 2(Immagine tratta da www.pexels.com)

 

Quanto costa l’ENPAPI?

I contributi si suddividono in tre tipologie: SOGGETTIVO, INTEGRATIVO, MATERNITA’.

  • Il contributo soggettivo (*) viene calcolato in base al reddito dichiarato nella dichiarazione dei redditi e per il 2021 è pari al 16%
  • Il contributo integrativo è del 4% e deve essere aggiunto al tuo compenso in tutte le fatture che emetterai

Il contributo maternità è versato una tantum e viene stabilito annualmente, per l’anno 2020 era di 80,00 €.

(*) Per quanto riguarda il contributo soggettivo ricorda che:

  • ha un importo minimo che deve essere pagato anche in assenza di incassi, attualmente pari a 1.600 €;
  • se hai meno di 30 anni puoi chiedere la riduzione del 50% dei contributi soggettivi.

> Per approfondire l’argomento

 

Regime fiscale

Prima di tutto devi tenere a mente che, come professionista, paghi le tasse e i contributi solamente sulle fatture che incassi. E’ un aspetto molto importante perché non rischierai di pagare tasse e contributi che non hai ancora incassato.

Inoltre ti do una buona notizia, infatti anche per l’anno 2021 hai la possibilità di accedere al regime forfettario.

Il regime forfettario può essere uno strumento molto utile per chi ha intenzione di aprire una propria attività oggi.

Il regime forfettario è una Flat Tax, per la quale in presenza di alcuni requisiti, è prevista un’aliquota super agevolata al 5% per i primi 5 anni di attività, per poi passare a una tassazione del 15% per sempre.

Se consideri che la tassazione normale parte dal 23% per arrivare fino al 43%, questo è un ottimo incentivo per te che stai pensando di avviare la tua attività.

Inoltre il regime forfettario opera in base ai coefficienti di redditività. Senza entrare troppo nel dettaglio, devi considerarli come costi attribuiti dallo Stato (basati su statistiche a livello nazionale) per la tua attività.

Per gli infermieri il coefficiente di redditività è del 78%.

Questo vuol dire che su ogni 100 € incassati pagherai le tasse e i contributi soggettivi su 78 €.

N.B. Non potrai dedurre nessun costo, l’unica spesa che potrà abbassare l’imponibile fiscale è il pagamento dei contributi ENPAPI.

 

Esempio pratico

Facciamo un esempio su quanti contributi e tasse pagherai il primo anno.

Incassi annuali: 40.000 €

Coefficiente redditività: 78%

= Imponibile previdenziale: 31.200 €

Contributo Soggettivo 16%: 4.992 €

Contributo Maternità: 80 €

Tasse 5%: 1.560 €

Quindi, avendo incassato 40.000 € e avendo pagato 4.992 € di contributi soggettivi, 80 € di maternità e 1.560 € di tasse, ti resterà un netto di 33.368 €.

N.B. Il contributo integrativo non deve essere considerato perché viene pagato dai tuoi clienti e tu dovrai direttamente versarlo all’ENPAPI, quindi non rientra nel calcolo del tuo reddito.

 

partita iva infermieri - foto 3(Immagine tratta da www.pexels.com)

 

Requisiti e limiti del regime forfettario

I limiti sono tanti e alcuni sono complessi da spiegare per questo ti suggeriamo di chiedere sempre supporto a un professionista, ma ti vogliamo riportare i requisiti più importanti per poter accedere al Regime Forfettario:

  • non superare 65.000 € di incassi come attività professionale, se inizi in corso d’anno devi rapportare i 65.000 € ai mesi di apertura. (es. inizi a luglio dovrai calcolare 65.000/12*6 = 32.500 €);
  • non superare i 30.000 € di reddito da lavoro dipendente o assimilato;
  • non essere socio di società di persone o di impresa familiare o in alcuni casi di SRL;
  • non avere una partita IVA come adetto al network marketing.

 

Conclusioni

Sicuramente il mercato richiede sempre più Infermieri qualificati e con partita IVA – sia in ambito ospedaliero che domiciliare – quindi puoi prepararti con fiducia ad affrontare questo percorso, con tanti strumenti fiscali e agevolazioni oggi disponibili.

 

Hai bisogno di ulteriori informazioni o di supporto?

Se vorrai un supporto contattaci con fiducia, saremo lieti di mettere a tua disposizione i nostri servizi e la nostra esperienza.

Compila il seguente form o scrivici su info@imprenditoriamo.it

 

Inviaci una email

Forse avrai già sentito parlare del progetto “Resto al Sud”. Si tratta di un un incentivo alla  nascita e sviluppo delle imprese che fino a pochi giorni fa era rivolto solo a giovani imprenditori del sud Italia, con l’obiettivo di favorire la crescita economica del meridione grazie ad un contributo fino a 200.000 euro, in parte a fondo perduto e in parte a tasso zero.

Con la Legge di Bilancio 2021 è stata introdotta una novità importante. Infatti è stata estesa la platea dei beneficiari anche agli imprenditori fino a 55 anni d’età. L’intento è sostenere una delle categorie più in sofferenza nel mercato del lavoro, a causa della pandemia.

Questo strumento è gestito da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.

 

– Vedi il sito web di Invitalia

 

Il progetto “Resto al Sud” punta a supportare iniziative imprenditoriali e soggetti che rispondono a specifici requisiti. Abbiamo cercato di riassumere nel modo più chiaro e semplice tutti gli elementi chiave per scoprire velocemente se puoi partecipare:

 

Importo finanziamento

1) per imprese individuali importo massimo euro 60.000;

2) per società importo massimo per socio euro 50.000 fino ad un importo complessivo non superiore a 200.000 euro.

Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono cosi composte:

  • 50% di contributo a fondo perduto
  • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

 

Attività finanziabili

  • attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
  • turismo;
  • attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria)

Sono escluse le attività agricole e il commercio.

 

Spese ammissibili

Possono essere finanziate le seguenti spese:

  • ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
  • macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
  • programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
  • spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa.

Non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente.

 

Requisiti per accedere al finanziamento Resto al Sud

  • a) età compresa tra i 18 e i 55 anni;
  • b) residenza al momento della presentazione della domanda in una delle seguenti regioni AbruzzoBasilicataCalabriaCampaniaMolisePugliaSardegnaSiciliao in uno dei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria) VEDI ELENCO COMUNI ;
  • c1) non essere titolari di attività di impresa in esercizio da prima del 21 giugno 2017 o beneficiari, nell’ultimo triennio, a decorrere dalla data di presentazione della domanda, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità;
  • c2) per lo svolgimento di attività libero-professionali, non essere titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione.

 

Resto al sud: 50% a fondo perduto

Resto al Sud è una grande opportunità: finanzia il 50% del tuo progetto con un contributo a fondo perduto e l’altra metà è concessa tramite un finanziamento bancario a tasso zero garantito dal Fondo di Garanzia per PMI, senza che vengano presentate garanzie personali se non le potenzialità del tuo progetto.

Le agevolazioni previste coprono il 100% delle spese ammissibili in fase di start up o sviluppo d’impresa, con un finanziamento massimo che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci.

A tre anni dal lancio i risultati raggiunti da Resto al Sud sono considerevoli e sono consultabili sul sito di Invitalia.

Le domande possono essere presentate unicamente online, attraverso la piattaforma web di Invitalia. Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie. I progetti vengono valutati in ordine cronologico di arrivo entro 60 giorni dalla data di presentazione.

 

Contattaci

Se t’interessa capire come chiedere questo contributo e vuoi saperne di più, non esitare, contattaci via e-mail a info@imprenditoriamo.it, possibilmente scrivendoci:

  • una breve sintesi della tua idea imprenditoriale
  • l’importo del capitale che si vuole investire a titolo personale
  • l’importo totale del capitale necessario all’avvio dell’attività (personale + finanziamento)
  • le competenze dei soggetti coinvolti (es. titolare, soci, collaboratori) rispetto al progetto

In questo articolo analizziamo il caso nel quale l’effettivo proprietario di un immobile (in particolare una casa vacanza) non abbia il tempo o la voglia di gestire il bene e deleghi questa incombenza a un terzo; un esempio frequente è quello dei genitori che incaricano il figlio.

Il figlio può stipulare un contratto di comodato con i genitori? Come può dichiarare gli affitti da un contratto di comodato?

Per rispondere a queste domande è necessario chiarire il concetto di Locazione Breve e di Contratto di Comodato

 

Locazione breve

La Locazione breve (come disciplinato dal D.L. 50/2017) consiste in un contratto di locazione di un immobile ad uso abitativo, che ha una durata non superiore a 30 giorni e non è soggetta all’obbligo di registrazione.

Dal punto di vista del soggetto, sono contratti di locazione breve quelli stipulati tra persone fisiche, che operano fuori dall’attività d’impresa. Non è quindi necessario aprire una partita Iva per poter guadagnare con la propria casa vacanze.

È stabilito dalla norma che gli immobili debbano avere finalità abitative.

Le locazioni brevi possono essere previste per unità immobiliari di categoria catastale dalla A1 alla A11, tranne la A10 che è quella relativa agli uffici di studi privati.

 

La normativa stabilisce che perché si possa applicare il contratto di Locazione Breve non possano essere forniti servizi accessori quali colazione, noleggio di auto e simili, che renderebbero l’attività riconducibile ad un profilo fiscale di attività d’impresa, mentre, come uniche eccezioni, possono essere erogati i servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali.

 

 

Comodato ad uso gratuito

Il contratto di comodato gratuito è regolato d all’art.1803 del Codice Civile:

“Si ha un contratto di comodato gratuito quando un soggetto, definito comodante, concede un bene mobile o immobile ad un altro soggetto, definito comodatario, per un determinato periodo di tempo, senza il pagamento di alcun corrispettivo.”

Per sua natura il comodato è nella maggior parte dei casi ad uso gratuito; non sono esclusi però i casi nei quali sia stabilito un compenso, a patto che questo non snaturi la tipicità del contratto.

È interessante notare come esista una particolare tipologia di contratto di comodato che non ha obbligo di registrazione, parliamo del contratto di comodato verbale. Esso può comunque essere volontariamente registrato.

Dal punto di vista fiscale è generalmente previsto che il reddito sia da attribuirsi esclusivamente al proprietario.

Poiché il contratto di comodato non prevede il passaggio della proprietà del bene in capo al comodatario (non vi è quindi un trasferimento di un diritto reale) ne consegue che tutti i ricavi da un contratto di locazione da attribuire in capo al proprietario, che dovrà inserirlo in dichiarazione dei redditi.

Come vedremo più avanti nello specifico, però il caso delle Locazioni brevi turistiche prevede una deroga a tale disciplina generale. Infatti con il D.L. n. 50/2017 si prevede l’applicabilità della cedolare secca anche nei casi di sublocazione e di comodato.

Nel caso in cui il comodatario non decida di optare per la cedolare secca, dovrà dichiarare il reddito nel quadro dei redditi diversi della propria dichiarazione.

 

 

Normativa Fiscale

Il D.L. 50/2017 ha ben definito quale siano le regole fiscali da applicarsi alle Locazioni brevi sia per i locatori, sia per gli intermediari immobiliari.

Rientrano nella categoria dei locatori:

  • I proprietari
  • I comodatari
  • I sublocatari

Per quello che ci interessa, nel presente articolo tratteremo nello specifico della locazione a terzi da parte del titolare di una concessione di comodato d’uso gratuito di un immobile.

Al reddito generato da una locazione breve si può applicare il regime della cedolare secca sugli affitti e quindi sul reddito verrà applicata un’imposta sostitutiva del 21%.

L’opzione della cedolare secca è da inserire direttamente nella dichiarazione dei redditi nel modello 730 o nel modello redditi.

Dal punto di vista normativo è il D.L. n 50/2017 a prevedere l’applicabilità della cedolare secca sugli affitti anche per le locazioni brevi.

Anche la stessa Agenzia delle Entrate, nella Circolare n. 26/E/2011, afferma che la cedolare secca:

 

“può essere esercitata anche per i contratti di locazione di durata inferiore a trenta giorni nell’anno, per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione in termine fisso”.

 

il reddito del canone di locazione è tassato in capo al comodatario come reddito diverso e quindi va indicato dal comodatario nel quadro D del 730 0 nel quadro RL del modello redditi. Il proprietario dell’immobile invece indicherà nel quadro B del 730 o, in alternativa, nel quadro RB del modello redditi la sola rendita catastale dell’immobile concesso in comodato gratuito.

 

Andiamo a vedere nello specifico:

  • L’opzione nel caso del proprietario si esercita nel Quadro BSezione IRedditi dei fabbricati.

Nella sezione I del quadro B devono essere indicati i dati dell’immobile concesso in locazione e deve essere barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca”.

 

redditi - locazione brevi

 

Nel modello redditi invece, nella Sezione I del quadro RB devono essere indicati i dati dell’immobile concesso in locazione e deve essere barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca”.

 

modello redditi - locazioni brevi

 

 

Nel caso del comodatario l’opzione deve essere indicata nel Quadro D Altri Redditi – Sezione I – Redditi di Capitale, Lavoro Autonomo e Redditi Diversi.

Nello specifico nel rigo D4 barrare la colonna 2 (cedolare secca) nel caso di opzione per l’applicazione della cedolare secca sulle locazioni brevi. La casella può essere barrata solo se nella colonna 3 è indicato il codice 10.

 

altri redditi - locazioni brevi

Nel modello redditi invece è necessario indicare nel Quadro RLSezione II ARedditi diversi i corrispettivi lordi percepiti, compresi gli interessi moratori e quelli per dilazione di pagamento relativi a tali corrispettivi e successivamente le spese relative agli stessi.

 

sezione 2a - locazioni brevi

Hai bisogno di ulteriori informazioni o di supporto?

Abbiamo attivato un servizio ad hoc per aiutare i nostri Clienti su queste problematiche. Quindi se hai dei dubbi e se vuoi metterti in regola, contattaci con fiducia per una consulenza gratuita.

Compila il seguente form o scrivici su info@imprenditoriamo.it

 

Inviaci una email

Sei proprietario di un appartamento o di una casa vacanze e vorresti ottenere un guadagno dalla stessa ma non sai come districarti tra le varie pratiche burocratiche e amministrative?

Abbiamo scritto questa semplice guida per aiutarti a fare un po’ di chiarezza.

Una casa vacanze può rappresentare un’importante fonte di reddito durante i mesi estivi ma anche durante tutto l’anno.

I vari portali online di sponsorizzazione permettono un’ampia visibilità ed una gestione semplice delle prenotazioni e dei compensi, insomma non faticherete di certo a trovare persone disposte a passare le vacanze nella vostra proprietà.

Oltre però al servizio offerto dalle piattaforme, è opportuno aver ben chiaro quali siano i necessari adempimenti amministrativi e fiscali obbligatori.

Tramite le Locazioni Brevi Turistiche (come disciplinato dal D.L. 50/2017) è possibile mettere a reddito il proprio immobile senza operare in forma di impresa.

Per le persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa le procedure sono semplici ma imprescindibili per il corretto svolgimento dell’attività e per il rispetto di tutti gli obblighi a carico del locatore.

Di seguito ti mostreremo i passi necessari da seguire.

Comunicazione al comune

Il primo passo è quello di inviare via PEC al Comune di riferimento una “Comunicazione di locazione occasionale a fini ricettivi”, nel quale bisognerà indicare la propria anagrafica e i dati relativi all’immobile.

Tale comunicazione non necessita di una risposta da parte del comune ma è comunque necessario conservare la ricevuta di invio per poter completare i passi successivi.

È necessario informarsi, attraverso i canali di comunicazione del Comune, se sia prevista un’imposta di soggiorno che eventualmente dovrà essere riscossa e versata dal proprietario dell’immobile.

Leggi di più in questa pagina del sito della Regione Sardegna sus.regione.sardegna.it/sus/searchprocedure/details/3741

 

Codice IUN (Identificativo Univoco Numerico) e credenziali SIRED

Il secondo è quello di ottenere per il proprio appartamento il codice IUN che viene rilasciato dall’Assessorato del Turismo. Questo non è altro che un codice attribuito alle strutture extralberghiere e agli alloggi privati che dovrà essere esposto in ogni canale e annuncio online di sponsorizzazione della vostra casa.

Per ottenere lo IUN è necessario effettuare una richiesta tramite modulo all’Assessorato del Turismo, rivolgendosi all’ufficio territoriale competente in base a dove è situata la vostra struttura.

A questo link http://operatori.sardegnaturismo.it/it/elenco-dei-referenti-territoriali-sired-iun-e-tariffe potrete trovare l’ufficio territoriale in base al comune di riferimento.

Nel modulo di richiesta bisognerà indicare la propria anagrafica, i dati relativi all’immobile e se si sta presentando la domanda in qualità di proprietario o di locatario/sublocatario/comodatario/etc.

In aggiunta bisognerà allegare una copia della comunicazione inviata al Comune e un documento di identità in corso di validità.

Il modulo contiene anche la richiesta per ricevere le credenziali di accesso al SIRED per alloggi privati. Il SIRED è un sistema informativo di raccolta ed elaborazione dati che permette di adempiere all’obbligo statistico verso l’ISTAT.

Nella funzione Check-in del portale (dedicata alle strutture ricettive che non dispongono di un software gestionale) sarà possibile fare il check-in del cliente inserendo tutti i dati previsti dalla normativa in tema di pubblica sicurezza.

Qui sotto vi mostriamo la finestra di inserimento dei dati

finestra inserimento dati - affittare casa sardegna

Comunicazione alla Questura tramite il portale Alloggiati Web

 Infine sarà necessario comunicare alla questura competente i dati relativi agli ospiti. Tale comunicazione è obbligatoria e deve avvenire esclusivamente tramite il portale Alloggiati Web, accessibile sul sito web della Polizia di Stato. Le credenziali andranno richieste alla questura di riferimento tramite un apposito modulo da compilare e inviare via PEC.

Di seguito mostriamo il modulo di richiesta delle credenziali di accesso al portale Alloggiati Web della questura di Cagliari.

modulo questura - affittare casa sardegna

 

Ogni questura fornisce sul proprio sito il modulo scaricabile. Bisognerà indicare i propri dati anagrafici, i dati catastali dell’immobile e allegare il documento di identità.

Una volta ottenute le credenziali sarà possibile accedere tramite il vostro browser al portale nel quale potrete inserire i dati (contenuti nel documento di identità) di tutti gli ospiti ed inviarli in maniera telematica alla questura entro 24 ore dal check-in.

Per l’invio online dei dati degli ospiti dovrete accedere alla funzione “Inserimento On-line” dell’area menu.

Successivamente si aprirà una finestra dove potrete compilare le schedine degli alloggiati. Nel caso di un ospite singolo basterà compilare tutti i dati della schedina e procedere all’invio, nel caso i cui vi siano più ospiti dovrete scegliere l’opzione di Capo Famiglia o Capo Gruppo e sarà necessario inserire anche le informazioni relative agli altri ospiti.

Dopo aver completato le schede sarà possibile procedere al loro invio. Da questo momento saranno in fase di accettazione e al termine dell’operazione vi sarà fornita la ricevuta di invio. Il documento è in formato pdf e dovrà essere salvato e conservato.

Hai bisogno di ulteriori informazioni su come affittare la propria casa in Sardegna, o hai bisogno di supporto?

Abbiamo attivato un servizio ad hoc per aiutare i nostri Clienti su queste problematiche. Quindi se hai dei dubbi e se vuoi metterti in regola, contattaci con fiducia per una consulenza gratuita.

Compila il seguente form o scrivici su info@imprenditoriamo.it

 

Inviaci una email

L’attività turistica ha subìto inevitabilmente un crollo a causa della pandemia. Eppure nell’epoca pre-covid il mercato degli affitti brevi, in particolare negli ultimi anni, ha vissuto un’interessantissima crescita.

 

→ Vedi anche l’articolo su “Come affittare la propria Casa Vacanze in Sardegna”

 

Tuttavia, seguendo un iter che nasce prima della situazione emergenziale, la Legge di Bilancio 2021 è intervenuta apportando la possibilità di applicare il regime di tassazione agevolato, con la cedolare secca al 21% sulle locazioni di breve durata, ad un massimo di quattro immobili per periodo d’imposta.

Per tutelare i consumatori e nel rispetto della concorrenza il suddetto regime agevolato di tassazione dei redditi derivanti da affitti brevi – ricordiamo di durata non superiore a 30 giorni – compresi i contratti che prevedono servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, viene ora ristretto sulla base di parametri più definiti.

 

→ Per ulteriori informazioni sulla cedolare secca, leggi questa pagina sul sito web dell’Agenzia delle Entrate.

 

Affitti brevi: quando aprire la partita IVA?

Alcuni Utenti ci hanno chiesto cosa succede in caso di superamento del numero massimo di 4 immobili affittati per breve periodo.
In questo caso non solo si passerà alla tassazione ordinaria IRPEF, ma l’attività di locazione, da chiunque sia esercitata, si presumerà svolta non in modo discontinuo ma imprenditoriale e dunque si rende obbligatorio aprire la propria partita IVA.

 

→ Leggi anche l’articolo su “Locazioni brevi e comodato d’uso”

 

Queste disposizioni della Manovra 2021 sono valide anche per i contratti stipulati attraverso attività di intermediazione immobiliare o tramite i vari portali online di settore, che mettono in comunicazione persone in cerca di un appartamento con chi dispone di immobili da condurre in locazione.

Oltre la cedolare secca: banca affitti brevi

La Legge di Bilancio 2021, inoltre, istituisce una banca dati presso il MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo). Si tratta di un database delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi.
Questo database ordina e identifica le strutture e gli immobili tramite un codice apposito, da utilizzare con gli Utenti in ogni comunicazione relativa all’offerta e alla promozione dei servizi.
Entro due mesi dall’entrata in vigore della Manovra 2021, si attende un apposito decreto del MIBACT per stabilire le modalità di realizzazione e gestione della banca dati, così come dell’acquisizione dei codici identificativi regionali.

Hai bisogno di ulteriori informazioni o di supporto?

Abbiamo attivato un servizio ad hoc per aiutare i nostri Clienti su queste problematiche. Quindi se hai dei dubbi e se vuoi metterti in regola, contattaci con fiducia per una consulenza gratuita.

Compila il seguente form o scrivici su info@imprenditoriamo.it

 

Inviaci una email

Sentiamo tanto parlare in questo periodo di una serie di nuovi strumenti per incoraggiare la lotta all’evasione sotto forma di incentivi, ad esempio il tanto promosso “cashback” ed in particolare – in questi giorni natalizi – il cosiddetto “Cashback di Natale”.

Infatti con il recente D.M. 24.11.2020 n. 156 è stato definito un regolamento specifico in merito alle condizioni e ai criteri per l’attribuzione delle misure premiali per l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici.

A partire dal 1° Gennaio 2021 il Decreto prevede un rimborso del 10% a favore degli aderenti che, nel semestre di riferimento, hanno effettuato almeno 50 transazioni con strumenti di pagamento elettronici.

Questo rimborso è calcolato tenendo conto delle transazioni effettuate fino ad un massimo di 150 euro per ogni singola transazione ed è erogato entro 60 giorni dal termine di ciascun semestre.

Durante questo periodo natalizio, però, è stata prevista una fase sperimentale denominata appunto “Extra cashback di Natale”, in vigore dall’8 Dicembre 2020 al 31 Dicembre 2020. Durante questo periodo sarà sufficiente effettuare solo 10 acquisti con strumenti di pagamento elettronici per ottenere il rimborso, come sempre fino ad un massimo di 150 euro per ogni transazione.

Ma come si aderisce al programma?

Innanzitutto occorre scaricare l’App IO ed effettuare l’accesso tramite le credenziali Spid o la Carta di Identità Elettronica

Poi bisogna effettuare la registrazione al programma cashback. Lo possiamo fare anche tramite la banca, l’ufficio postale o gli altri soggetti che emettono carte e app di pagamento.

In fase di registrazione al programma cashback è necessario inserire gli estremi identificativi delle carte di credito, debito o prepagate e il codice Iban sul quale si vogliono ricevere gli accrediti.

cashback di natale app io

cashback di natale – App Io

Vediamo ora gli adempimenti per gli esercenti

Ogni esercente deve verificare se il proprio dispositivo per gli strumenti di pagamento elettronici consente di partecipare all’iniziativa.

Questo è importante perché è necessario aver concluso un accordo con un fornitore dei dispositivi di accettazione di carte e app di pagamento che ha aderito al programma sottoscrivendo una convenzione con la società PagoPA S.p.A.

Questo fornitore è denominato “acquirer convenzionato”. Ad oggi gli acquirer convenzionati sono: sono American Express, Axepta Bnl, Banca Sella, Bancomat Pay, Icrrea, Nexi, Pagobancomat, Poste Italiane, Satispay, Unicredit.

Quali sono gli Esercenti e gli acquisti ammessi?

Innanzitutto diciamo che sono validi tutti gli acquisti in negozi, bar e ristoranti, supermercati e grande distribuzione o per artigiani e professionisti ad eccezione di:
· acquisti effettuati online;
· acquisti necessari allo svolgimento di attività imprenditoriali, professionali o artigianali;
· operazioni eseguite presso gli sportelli ATM (come, ad esempio, le ricariche telefoniche);
· bonifici SDD per gli addebiti diretti su conto corrente;
· operazioni relative a pagamenti ricorrenti, con addebito su carta o su conto corrente.

Inoltre partecipano al cashback tutte le transazioni effettuate tramite POS fisici o altri dispositivi fisici di accettazione di pagamenti con:
• carte di credito;
• carte di debito su circuiti internazionali e su circuito PagoBancomat;
• carte prepagate;
• “carte fedeltà”, ovvero carte e app di pagamento connesse a circuiti privati e/o a spendibilità limitata (esclusi, quindi, quelli solo per accumulo punti);
• app di pagamento come, a titolo esemplificativo, Satispay o Bancomat Pay;
• altri sistemi di pagamento, come ad esempio Google Pay e Apple Pay (a partire dal 2021).

La fase sperimentale – Extra cashback di Natale

Come abbiamo anticipato all’inizio, il periodo che va dall’8 Dicembre 2020 al 31 Dicembre 2020 è considerato un periodo sperimentale durante il quale accedono al rimborso gli aderenti che hanno effettuato un numero minimo di 10 transazioni con strumenti di pagamento elettronici. Il rimborso è pari al 10% dell’importo di ogni transazione, fino ad un valore massimo, per singola transazione, pari a 150 euro. Le transazioni rilevanti sono quantificate in misura massima pari a 1.500 euro. Quindi il rimborso massimo spettante è pari a 150 euro.

Il programma cashback dal 2021

Dopo l’Extra cashback di Natale 2020, vediamo ora sinteticamente cosa succederà con l’anno nuovo.

Sono già stati identificati infatti tre periodi, suddivisi per semestri:

· dal 1 Gennaio 2021 al 30 Giugno 2021
· dal 01 Luglio 2021 al 31 Dicembre 2021
· dal 01 Gennaio 2022 al 30 Giugno 2022

Durante ciascuno di questi periodi indicati, gli aderenti che hanno effettuato un numero minimo di 50 transazioni con strumenti di pagamento elettronici potranno beneficiare del rimborso.

Il rimborso sarà pari al 10% dell’importo di ogni transazione e si terrà conto delle transazioni fino ad un valore massimo di 150 euro per singola transazione (le transazioni di importo superiore concorreranno fino all’importo di 150 euro).

Per ogni periodo di riferimento, le transazioni rilevanti saranno quantificate in misura massima pari a 1.500 euro. Quindi il rimborso massimo spettante per ciascun semestre sarà pari a 150 euro.

Il rimborso sarà erogato entro 60 giorni dalla fine del periodo di riferimento.

Il “super chashback”

Infine facciamo un cenno al cosiddetto “Super cashback”, infatti ai primi 100.000 aderenti che, in ciascuno dei periodi semestrali prima indicati, totalizzeranno il maggior numero di transazioni con strumenti di pagamento elettronici (indipendentemente dall’importo) verrà attribuito un rimborso speciale pari a 1.500 euro.

Contattaci

Per maggiori informazioni sul cashback o per scoprire come possiamo aiutarti nella tua attività professionale o imprenditoriale con tutti i nostri servizi, non esitare a contattarci.

 

Inviaci una email

Se lavori come libero professionista ti sarà capitato, purtroppo, che il cliente al quale hai erogato la tua prestazione, non ti abbia pagato. Questo può avvenire per le ragioni più svariate, alcune della quali sono sicuramente accettabili, come gravi e comprovate difficoltà economiche.
Tuttavia, vi sono casi in cui è davvero demoralizzante constatare che il cliente non ha riconosciuto il valore del nostro lavoro.

Procedimento per decreto ingiuntivo

Lo strumento a nostra disposizione in questo caso è il procedimento per decreto ingiuntivo, per raggiungere il soddisfacimento coattivo del nostro credito in tempi rapidi.

Prima di vedere quali documenti ci occorrono per poterlo richiedere, è bene affrontarne e chiarirne alcuni aspetti.

Quando si tratta di libere professioni come ad esempio quella dell’ingegnere, dell’avvocato, del consulente del lavoro, del consulente marketing etc., la fonte legale del rapporto con il cliente è quella del contratto d’opera intellettuale.

L’incarico professionale può essere conferito sia in forma scritta che in forma orale.

Contratto scritto

Consigliamo vivamente di redigere sempre il contratto scritto, per due ragioni:

  • da un lato, essendo in possesso di un contratto scritto, firmato dal cliente, è intuitivamente più semplice la dimostrazione probatoria della fondatezza del nostro credito;
  • dall’altro non si rischia di incorrere nella prescrizione presuntiva breve dei 3 anni;

Inoltre, quando ci troviamo di fronte a un cliente insolvente al quale vogliamo chiedere l’adempimento, è sempre buona norma quella di inviargli una comunicazione ufficiale (–> costituzione in mora) dove gli intimiamo di adempiere entro un determinato termine, altrimenti agiremo per vie legali (Scarica il modello).

Questa comunicazione, da inviare per mezzo di raccomandata a/r o pec, ha l’effetto di interrompere la prescrizione, il cui decorso avrebbe il negativo esito di rendere non più esigibile il nostro credito.

Anche nel caso in cui non avessimo avuto l’accortezza di redigere un contratto scritto, l’emissione della fattura può salvarci. Questo perché presupposto per la richiesta dell’emissione del decreto ingiuntivo, è che il proprio credito sia certo (la sua esistenza non è controversa), liquido (determinato nel suo ammontare) ed esigibile (non è sottoposto né a condizione né a termini) e che di esso si dia prova scritta, qual è la fattura, seppur di formazione unilaterale (questo perché è comunque data possibilità al debitore di opporsi al decreto e dimostrare il contrario).

In presenza di tali requisiti, chiederemo al giudice l’emissione del decreto ingiuntivo per recuperare le somme a noi dovute.

In conclusione, i passaggi per una buona gestione dei propri rapporti giuridici e del proprio credito sono:

  1. Contratto scritto → ci consente più facilmente la dimostrazione del rapporto e ci evita di incorrere nella prescrizione presuntiva dei tre anni;
  2. Costituzione in mora → per mezzo di raccomandata a/r o pec, costituisce un ultimo tentativo di sollecito bonario nonché atto interruttivo della prescrizione;
  3. In mancanza di contratto → emissione della fattura con autentica delle scritture contabili (dal Gennaio 2019, con l’introduzione delle fatture elettroniche, si sta formando giurisprudenza per la quale grazie a questo nuovo sistema non sarebbe più necessaria l’autenticazione delle scritture contabili);
  4. Ricorso per decreto ingiuntivo.

Una bella serata culturale per fare rete

L’11 Gennaio 2020 all’Hotel Regina Margherita a Cagliari è stata presentata la nuova raccolta poetica “Carne di Betzabea” del poeta cagliaritano Fabrizio Raccis. Durante la serata si è tenuto anche un reading poetico a tema con alcune delle più interessanti voci della poesia contemporanea di Cagliari e dintorni.

La serata è stata organizzata dall’Associazione Culturale HyperionArt del nostro Partner Maurizio Iodice, Consulente del Lavoro ed ha rappresentato una valida occasione per fare rete.

Un nostro Cliente, Luigi Poscia, ha concluso la serata offrendo una graditissima degustazione della sua grappa e dei suoi liquori NeroAmbra (nuovo marchio in fase di lancio). I bellissimi scatti d’autore della serata sono del nostro Partner, Daniele Floris Multimedia.

 

Tutti assieme nella stessa direzione

Il Network Imprenditoriamo si compone di Partner selezionati e di Clienti orientati a realizzare progetti di qualità. L’elemento vincente è la creazione di sinergie. Nel panorama attuale si parla tantissimo di creazione di sinergie ma sono poche le realtà che s’impegnano a fare realmente rete. Noi invece siamo molto soddisfatti quando le nostre soluzioni sinergiche vengono accolte e realizzate con successo. La serata in questione ne è un esempio concreto.

Abbiamo identificato e fatto incontrare alcune realtà del nostro network affinché potessero trarne reciproco vantaggio. Infatti, saputo di questa bellissima serata, abbiamo supportato l’Associazione culturale sotto molteplici aspetti:

promuovendo l’evento tramite i nostri social;
assicurando una copertura fotografica di qualità grazie al nostro Partner di fiducia;
allietando la serata con una raffinata degustazione offerta da uno dei clienti del network che aveva necessità di promuovere il suo nuovo marchio in un contesto prestigioso.

Il risultato è stato vincente: una piacevole serata di cultura letteraria ed enogastronomica in uno dei più rinomati Hotel di Cagliari.

La nostra strategia a servizio del Cliente

Per creare una rete che funzioni occorre, prima di tutto, impiegare del tempo per selezionare e successivamente formare tutti coloro che ne fanno parte.

Tutto questo lungo lavoro noi l’abbiamo già fatto e continuiamo sempre ad apportare al nostro network gli aggiornamenti necessari per garantire le migliori soluzioni ai nostri Partner e Clienti.

Questa serata ha permesso:
al nostro Cliente di godere di una pubblicità mirata (con circa 60 partecipanti all’evento), in un contesto di prestigio, senza alcun investimento pubblicitario; all’Associazione nostra Partner di fruire gratuitamente dell’opera di un nostro fotografo di fiducia e di una graditissima degustazione;
al nostro Fotografo Partner di realizzare un nuovo lavoro ed ulteriore visibilità

Se desideri avere maggiori informazioni su come possiamo aiutarti a sfruttare il vantaggi del nostro network, contattaci per una prima consulenza gratuita e senza alcun impegno.

Imprenditoriamo

Cagliari: Via Campania 10 – 09121 Roma: Viale dei Salesiani 34 – 00175

Telefono: +39 070 208 90 90

Mobile: (+39) 328 37 74 450 E-mail: info@imprenditoriamo.it

 

Nuova modalità richiesta assegni familiari telematica

A partire dal 1 Aprile 2019 è necessario effettuare la richiesta telematica accedendo all’area personale del portale INPS oppure tramite un patronato. Per ulteriori informazioni e per accedere al servizio è possibile accedere al seguente link:  https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50091

 

Ferie per i dipendenti, 15 giorni obbligatori

La normativa prevede l’obbligo di far godere le ferie per un minimo di 15 giorni nell’arco dell’anno.

N.B se richiesto dal dipendente, i 15 giorni di ferie, devono essere consecutivi.

 

Crediti non più compensabili in F24 se pagati con internet banking, accettate solo procedure AdE

Con il Decreto legge n.124/2019 sarà operativa, a partire dal 29 dicembre 2019, l’estensione dell’obbligo di invio telematico* del modello F24 per le compensazioni relative al Bonus Renzi e per tutte le compensazioni anche parziali che vorranno essere effettuate dai contribuenti NON titolari di partita Iva.

*Invio esclusivamente tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate per compensare qualsiasi tipo di credito (bonus Renzi, rimborsi 770, etc).

 

Regime Forfettario, novità esclusione e agevolazioni

Nuove cause di esclusione:

  • per chi, nell’anno precedente, ha percepito redditi di lavoro dipendente/pensione e assimilato per un importo lordo superiore a euro 30.000;
  • per chi, nell’anno precedente, dovesse superare le spese per lavoratori dipendenti o assimilati per un importo superiore a euro 20.000.

Un incentivo, invece, per i regimi forfettari che sceglieranno la fatturazione elettronica, per questi contribuenti il termine di accertamento si ridurrà da 5 a 4 anni.

 

Obbligo di fatturazione elettronica tra privati (esclusi i regimi di vantaggio)

Dal 1° gennaio 2019 vige l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le transazioni verso i privati. Restano esonerati professionisti e lavoratori autonomi che si trovano nel regime dei minimi e quelli che applicano il regime forfetario. Hanno il DIVIETO di invio delle fatture eletteoniche i soggetti che effettuano prestazioni sanitarie.

Dal 1° luglio 2019 sono in vigore le sanzioni per omissione o tardivo invio della fattura elettronica oltre il 12° giorno dalla data fattura. Il ritardo viene sanzionato con una somma che può andare dal 90% al 180% dell’imposta, con un minimo di 500 euro (articolo 6 dLgs 471/1997).

Stessa sanzione per chi indica, nella documentazione o nei registri, una imposta inferiore a quella dovuta. La sanzione in questo caso va da 250 a 2mila euro quando la violazione non ha inciso sulla corretta liquidazione del tributo.

 

Obbligo corrispettivi elettronici

Dal 2020 TUTTI i contribuenti sono tenuti all’invio dei corrispettivi in modalità telematica, compresi i regimi di vantaggio.

Dal 1.1.2020 al 30.6.2020 non sono applicate sanzioni. Questo a condizione che venga effettuato l’invio dei corrispettivi giornalieri entro il mese successivo utilizzando i servizi online dell’Agenzia delle entrate.

Entro il 01/07/2020 ciascun impresa che utilizza i corrispettivi dovrà aver attivato un Registratore Telematico per la comunicazione degli scontrini con l’Agenzia delle Entrate.
Si fa presente che dal 01/07/2020 non saranno più validi né le RICEVUTE FISCALI né gli SCONTRINI CARTACEI. 

 

Agevolazioni contributive (per i datori di lavoro) soggette al rispetto delle norme sulla SICUREZZA SUL LAVORO e alla regolarità DURC

Per usufruire delle agevolazioni contributive e soprattutto per non incorrere in sanzioni, i datori di lavoro devono rispettare la regolarità contributiva (DURC) e le norme sulla sicurezza sul lavoro:

  • DURC, pagamento regolare dei contributi dei dipendenti e di quelli personali.
  • Sicurezza sul lavoro, Redazione del Documento di valutazione dei rischi, nomina e formazione del RSPP, nomina e formazione del RLS o nomina del RLST, formazione sulla sicurezza per i lavoratori, eventuale sorveglianza sanitaria.

 

Stipendio in contanti, dal 1° luglio 2018 solo pagamenti tracciati

Dal 1° luglio 2018 i datori di lavoro e i committenti, non potranno più procedere al pagamento in contanti della busta paga di lavoratori dipendenti e parasubordinati.

Il pagamento della busta paga potrà avvenire solo tramite banca o ufficio postale come di seguito indicato:

  • bonifico su conto corrente con codice IBAN indicato dal lavoratore;
  • altri strumenti per i pagamenti elettronici;
  • tramite assegno bancario o circolare; questo potrà essere consegnato direttamente al lavoratore o a un suo delegato. Si potrà delegare solo in caso di effettivo e comprovato impedimento e solo al coniuge, al convivente o altro familiare o affine del lavoratore, comunque con età sopra i sedici anni.

 

Ci sono diversi caratteri che in un file xml non sono ammessi. Spesso questi caratteri speciali, come ad esempio i simboli delle valute (€, $, etc.) o la famosa “&” commerciale, se inseriti all’interno della fattura elettronica, quindi nel codice xml, generano degli errori e ne compromettono l’invio.

Vediamo come sostituirli, ma prima partiamo dallo spiegare che cos’è un file Xml.

Che cos’è un file XML?

I file xml sono dei documenti creati grazie al linguaggio XML, uno dei tanti linguaggi di programmazione informatica. Il linguaggio XML, è molto simile al linguaggio HTML, uno dei più famosi e più usati nel mondo del web fin dalla sua creazione.

Come il linguaggio HTML, il linguaggio XML, è costituito da “tag”, che definiscono la struttura del documento e la modalità con cui tale documento deve essere memorizzato, visualizzato e inviato. La cosa più interessante del linguaggio XML è che permette agli utenti di creare propri tag, con i quali personalizzare il contenuto ed avere praticamente opzioni illimitate.

Ecco perché questo tipo di linguaggio è molto usato anche al di fuori del web ed è diventato lo standard per i software che creano, inviano e permettono l’apertura delle fatture elettroniche.

 

Xml caratteri non ammessi. Vediamo quali

I caratteri xml non ammessi sono di diversi tipi, oltre ai caratteri speciali, troviamo anche gli apostrofi, le virgolette e le lettere accentate. Per il ministero questi caratteri sono quelli non ammessi più utilizzati:

& – E commerciale

“” – virgolette

‘ – apostrofo

< – minore

> – maggiore

 

Xml caratteri non ammessi – come sostituirli

I caratteri non ammessi, per non generare errori, devono essere sostituiti con le rispettive entità XML, ovvero codici che interpretano il valore dei dati nel formato UTF-8 (Unicode Transformation Format, 8 bit).

Vediamo nella tabella quali sono le entità corrispondenti ai caratteri non ammessi:

Codice ASCII Carattere Entità XML
(Unicode)
34 &#34;
38 & &#38;
39 &#39;
60 < &#60;
62 > &#62;

 

Altri caratteri xml non ammessi:

Codice ASCII Carattere Entità XML
(Unicode)
128 &#128;
169 © &#169;
174 ® &#174;
192 À &#192;
193 Á &#193;
194 Â &#194;
195 Ã &#195;
196 Ä &#196;
197 Å &#197;
198 Æ &#198;
199 Ç &#199;
200 È &#200;
201 É &#201;
202 Ê &#202;
203 Ë &#203;
204 Ì &#204;
205 Í &#205;
206 Î &#206;
207 Ï &#207;
208 Ð &#208;
209 Ñ &#209;
210 Ò &#210;
211 Ó &#211;
212 Ô &#212;
213 Õ &#213;
214 Ö &#214;
215 × &#215;
216 Ø &#216;
217 Ù &#217;
218 Ú &#218;
219 Û &#219;
220 Ü &#220;
221 Ý &#221;
222 Þ &#222;
223 ß &#223;
224 à &#224;
225 á &#225;
226 â &#226;
227 ã &#227;
228 ä &#228;
229 å &#229;
230 æ &#230;
231 ç &#231;
232 è &#232;
233 é &#233;
234 ê &#234;
235 ë &#235;
236 ì &#236;
237 í &#237;
238 î &#238;
239 ï &#239;
240 ð &#240;
241 ñ &#241;
242 ò &#242;
243 ó &#243;
244 ô &#244;
245 õ &#245;
246 ö &#246;
247 ÷ &#247;
248 ø &#248;
249 ù &#249;
250 ú &#250;
251 û &#251;
252 ü &#252;
253 ý &#253;
254 þ &#254;